Questo soggetto dell’armatura metallica del Tempio Gerosolimitano affatto acconcia non che a preservarlo da qualunque guasto del fulmine, ma a prevenirne finanche la caduta sopra di lui, per il che ne andò infatti esente, con unico esempio, per più di mille anni, malgrado la sua situazione, che lo esponeva più d’ogn’altro edificio ai temporali molto frequenti in Palestina; questo curioso soggetto ha dato luogo, non ha molto, ad una corrispondenza di lettere tra voi, mio Signore, e il Sig. Michaelis, nelle quali con profondità di erudizione, e con un’esatta applicazione della Scienza elettrica discussi avendo tutti i punti relativi, convenuti siete nel medesimo sentimento 43 non già nel sentimento di quel fanatico Antiquario che ho introdotto, qual personaggio ideale, per giuoco; ma in quest’altro assai più giudizioso, che adotto io pure volentieri, cioè che la divina Provvidenza ha guidato il Re Sapiente nella costruzione di quel maraviglioso edifizio in modo, che senza cognizione di causa, senza neppur pensare a ciò, ei venne a garantirlo dal fulmine. Or se io tengo con voi e col Signor Michaelis, che l’armatura delle puntute aste metalliche sia stata posta da Salomone al Tempio per tutt’altro disegno, che per condurre a terra innocuamente la materia del fulmine, comunque poi ottenesse anche questo vantaggio, che ei non s’era altrimenti proposto; immaginatevi s’io crederò, che a tale intento s’adoprassero i fuochi e i roghi da’ primi uomini. E chi sostener lo potrebbe seriamente, fuorchè uno simile a quel mio supposto Antiquario, in bocca di cui ho avanzate tali cose, ad oggetto unicamente di rallegrare la materia?