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      Escluse queste e simili cause, escluderemo dunque ogn’altra causa chimica? Intendiamoci: alcune cause ed effetti possono considerarsi e come fisici, e come chimici; a cagion d’esempio la combustione, la respirazione, l’evaporazione. Or appunto quest’ultima, e sì concepita in un senso più chimico che fisico, qual’è quello della trasformazione de’ vapori nebulosi ossia vescicolari in vapori elastici, che si dissolvono nell’aria loro vero menstruo, e che tali divengono assorbendo e appropriandosi una gran quantità di materia del calore, che diventa color latente, onde appunto il raffreddamento che producono ec.: questa evaporazione io mi persuado, che sia cagione del freddo cotanto intenso che concepisce, se non tutta la massa, una parte delle nubi temporalesche, quella voglio dire, che va a formare la grandine. Ancor io dunque do una spiegazione chimica, se vuol dirsi tale, del fenomeno; o più giustamente adduco una causa fisica e chimica insieme.
      Il Sig. De Luc attribuisce più apertamente (come si è veduto dalle ultime parole del lungo squarcio riportato poco sopra) il freddo eccessivo, onde sono sorprese cotali nuvole che vanno a diventare grandinose, ad una causa chimica: non già ch’egli ricorra alle dissoluzioni saline ed effervescenze fredde, che abbiamo rigettate; ma bene avendo in vista delle composizioni, anzi vere generazioni e distruzioni di fluidi elastici, delle metamorfosi dell’acqua in aria, e dell’aria in acqua (ch’egli presume, e di cui si fa delle idee singolari), nelle quali operazioni la materia del calore or si nasconda or si liberi ec., vorrebbe trovare in ciò, come di molti altri, la spiegazione del fenomeno di cui ora si tratta.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





Sig Luc