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      Ecco come io spiego uno de’ più gran paradossi di meteorologia, la comparsa cioè della grandine ne’ giorni dell’anno più caldi; la congelazione dei vapori nella regione dell’aria molto inferiore alla regione nivale; la formazione di più o men grossi pezzi di ghiaccio colassù, ove pur regna naturalmente una temperatura pochissimo fredda; e quel ch’è più, nelle ore del giorno più infuocate, in cui anche quella regione deve essere calda anzichè no. Inerendo agli esposti principj, l’osservazione fatta già da altri fisici, che la presenza del sole e l’azione viva de’ suoi raggi concorre quasi indispensabilmente alla formazione della gragnuola, rientra nella teoria, ed anzichè un’obbiezione, somministra una novella prova.
      Un’altra gravissima difficoltà che ci presenta la grandine, sta nella grossezza e costituzione dei suoi grani, formati quasi sempre di più strati o lamine distinte di ghiaccio sodo trasparente intorno ad un nocciolo bianchiccio. Noi ne veggiamo per disgrazia tutti gli anni nella nostra Lombardia della grossezza di una noce, e tal volta anche di maggior mole. Ora non è facile il concepire in qual maniera de’ pezzi solidi di ghiaccio, cotanto pesanti, possano essere sostenuti in aria, come pare che lo siano tutto il tempo, che veggonsi quelle tali nuvole cinerizie, che stimiamo giustamente zeppe di grandine, avvolgersi e passeggiar lente, o rimanere immobilmente sospese sotto il gran telone, od ammasso di nuvoloni scuri, che formano il pieno del temporale, e coprono un più gran tratto di cielo.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





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