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      V’è poi tutto il fondamento di credere che la grandine abbia cominciato a formarsi durante il giorno, allorquando il sole saettava i suoi raggi sulla faccia superiore della nube che divenne utero e culla di essa grandine; quantunque questa non cominciasse a cadere che a notte innoltrata, cioè a 10 ore in alcuni luoghi, a 11 a 12 in altri, e in qualche sito più tardi ancora107. Almeno egli è evidente per questa stessa dilazione di tempo osservatasi, che una gran parte dei grani, alcuni dei quali grossi come ovi di gallinaccio, e molti pesanti più di 9 oncie, han dovuto essere sostenuti in aria per delle ore. E che facevano essi mai colassù? s’ingrossavano, s’impinguavano, diciam così, saltando e danzando, come io penso, e come è facile di figurarsi, fra i due gran tavolati di nuvole, i quali elettrici contrariamente, se li rimandavano a vicenda, e rivolgevano le loro forze l’un contro l’altro; fino a tanto che scaricati questi strati nuvolosi in gran parte, e ornai esausti di tali elettricità, che andavano vicendevolmente distruggendosi, e non avendo quindi più tanta forza da cacciare e ricacciare cotali grani divenuti troppo pesanti, han dovuto lasciarli precipitar sulla terra; e ciò a diverse epoche nei diversi siti, secondochè, corrispondentemente a diversi tratti di essi strati nuvolosi estesissimi, più presto o più tardi veniva a mancare cotal forza elettrica abile a sostenere la grandine in aria, e mantenerla in ballo.
      Quest’altra parte della mia ipotesi, che riguarda la danza, o sia il vivo e frequente saltellare de’ grani di grandine, che ho descritto, e di cui mi prendo qualche volta piacere di rappresentarmene una bella immagine, gettando una manciata di leggieri pallottole fra due lenzuoli o tappeti tesi orizzontalmente un sopra l’altro ad una conveniente distanza, ed elettrizzati uno positivamente, l’altro negativamente, e mantenuti lungo tempo in tale stato di contrarie elettricità piuttosto forti; questa parte, dico, non meno curiosa che importante della mia ipotesi, confesso che ha bisogno ancora di prove, quantunque ella abbia in suo favore, oltre l’indicata bella rappresentazione, la teoria elettrica medesima, e ch’essa si accordi, molto bene con molte circostanze ed accidenti rimarcabili che precedono ed accompagnano la grandine, come ho spiegato.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382