Se però questo scomparto di una gran piena di fluido elettrico non cagiona punto di meraviglia, e si concepisce pur bene che così debbe avvenire; non può per lo contrario non cagionarne il vedere, come una quasi infinitamente picciola quantità dello stesso fluido, con una forza di espandersi che è appena sensibile, pur cerca anch’essa un ampia via per tragittare, perdendo quanto più può il largo nello scorrere pe’ conduttori imperfetti: la qual cosa non che essersi prima d’ora dimostrata, non si sarebbe, torno a dire, per avventura creduta.
     
      §. III.
      Sostituzione del semplice elettrometro atmosferico portatile agli altri apparati composti, e voluminosi per le sperienze igrometriche indicate nel §. I.: e come debbasi procedere per farle nella nuova maniera.
     
      Ritornando ora dopo questa lunga, ma non inutile digressione, all’influenza, che ha lo stato più o men umido de’ corpi imperfettamente deferenti, perchè più presto, o più tardi si portin via, mediante il lor toccamento, l’elettricità di qualsisia conduttore o boccia; e ripigliando il discorso della facile applicazione, che può farsene all’igrometria, nel modo indicato nel §. 1.; mi giova richiamare quello che ivi ho proposto, essere cioè se non necessario, più che spediente di far intervenire una boccia di Leyden, almeno picciola, senza di che l’elettricità di un semplice conduttore, anche discretamente grande, si toglie mercè il contatto di quel qualunque imperfetto conduttore, che a tal uopo si adopera, in troppo brevi istanti, in un tempo quasi non misurabile, ove tal corpo (es. gr. legno, osso, carta, cuojo ed altro) trovisi considerabilmente umido, e molto più se, come accade talvolta lo sia all’eccesso.