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      E se la questione appellar si doveva a quei due preziosi strumenti, chi avea miglior diritto d’interpetrarne il linguaggio, del Volta a cui si dovea l’invenzione e l’uso magistrale del primo, e che tanto avea perfezionato il secondo? Chi meglio di Lui potea discutere la questione dopochè col condensatore alla mano si era aperta la via a verità nuove, e le avea tanto illustrate? Impugnando Egli dunque due dischi isolati uno di zinco e l’altro di rame, privi affatto di artificiale elettricità, mise le loro facce in contatto, e quindi separatele, ed esaminate, sì al duplicatore di Nicholson, sì al condensatore elettrometro, come anche al solo elettrometro, vide che il disco di zinco era divenuto elettrico in più, quello di rame in meno, stato elettrico di cui non solo si accertò colle prove ordinarie, ma che Egli rese manifesto colle scintille ottenute per mezzo di replicati contatti. Così Egli pose in lume chiaro ed evidente non tanto che la causa motrice degli enunciati fenomeni è l’elettricità, quanto ancora indicò qual sia lo stato di questo fluido in ciascuno de’ due metalli dopo il contatto, e dimostrò che non alle parti animali, ma ai corpi conduttori, negli ordinarii esperimenti di due metalli in contatto fra loro e colla rana, attribuir deesi lo sbilancio della elettricità. Che se dopo un’esperimento sì capitale e decisivo restato fosse da desiderare un’ulteriore dimostrazione su i fatti precedenti, se per convincere sempre più dell’identità della causa che fa divergere l’elettrometro con quella che opera le contrazioni muscolari, fosse anco stato necessario di metter fra loro in confronto i movimenti dell’elettrometro e delle rane preparate, fu questo confronto ancora instituito dal Volta, e la consuonanza fra la quantità e la durata delle contrazioni, e la divergenza dell’elettrometro fu sì perfetta, che raro è che riesca d’incontrare un’accordo cotanto esatto in ogni altro sistema di esperienze, nelle quali lo stesso agente si applichi a materie differenti.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Secondo - parte prima
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 193

   





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