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      In qualunque modo succeda tal comunicazione de’ due metalli applicati a punti diversi, ecco eccitarsi i tremori, i palpiti, le convulsioni in quello o quei membri staccati, in quel pezzo di membro reciso, piccolo o grande, che restan compresi tra i due toccamenti, e ne’ muscoli ancora comunicanti.
      §.91. Sarebbe troppo lungo se volessi quì schierare e mettere sott’occhio le molte sperienze da me fatte sopra i membri recisi, e pezzi di membri, sopra i singoli muscoli, e pezzi di muscoli, tanto di animali a sangue freddo, quanto ancora di quelli a sangue caldo, e i diversi eventi, secondo che mi studiai di variare le circostanze e gli aggiunti. Accennerò dunque solo, terminando questa Memoria, già troppo prolissa, due scoperte, che in seguito a tali sperienze ho fatte, non men interessanti che utili. La 1.ª è, che non tutti i muscoli, per quanto siano irritabili, ma quelli soli che obbediscono alla volontà, i muscoli de’ moti spontanei si contraggono ed entrano in convulsione cogli artificj di cui si tratta, cioè delle armature metalliche dissimili; che però nè gli intestini, nè il ventriglio, nè il cuore, irritabilissimi tutti, massime quest’ultimo, ma destituiti di moto volontario, si convellono punto tentati con tali mezzi; il diaframma sì, poichè gode pur evidentemente di tal facoltà.
      §. 92. La 2.ª su cui abbiam già qualche cosa ragionato (§. 65 e segg.) che talvolta, invece delle solite contrazioni e moti muscolari, il tranflusso di fluido elettrico occasionato dalle armature dissimili eccita la sensazione propria de’ nervi, che trovansi nel luogo affetto: il che accade nella lingua, la quale tentata con tali artificj non si convelle nè molto nè poco, ma sente nella parte sua più delicata, che è la punta, un sapor acido più o men vivo, non diverso da quello, che le fa sentire il fluido elettrico, che spruzza dall’estremità di un conduttore elettrizzato artificialmente.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Secondo - parte prima
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 193

   





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