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      E per qual ragione ancora non succederebbe pel contatto immediato, pel combaciamento di qualsisia parte della gamba coi muscoli dorsali, senza l’interposizione di un terzo corpo deferente diverso dall’una e dall’altra sostanza animale, e diverso dall’umore acqueo; senza l’interposizione, dico, di un umore glutinoso o salino? E non dovrebbe anzi succedere assai meglio coll’applicazione immediata della gamba ai muscoli dorsali, che frapponendosi tal terzo corpo, il quale ben lungi dal rendere più facile e spiccia la via conduttrice già alquanto resistente, per essere le istesse sostanze e umori animali deferenti non del tutto perfetti, non può che renderla viepiù resistente, sendo esso pure che si frammezza un conduttore imperfetto? Or come dunque moltiplicando i conduttori imperfetti, formando l’arco di tre di questi, invece di due, si faciliterebbe la supposta scarica e tragitto del fluido elettrico? come anzi in questo modo solamente avrebbe luogo essa scarica e tragitto, tale almeno da convellere la rana: e non nell’altro modo, del contatto cioè immediato della gamba, che pur dovrebbe essere più adatto?
      Se ciò, come vedesi, è un paradosso inesplicabile, stando alle idee che abbiamo delle cariche elettriche, e de’ conduttori considerati semplicemente come tali, ossia come corpi permeabili al fluido elettrico e non altro, se, dico, non possono conciliarsi in alcun modo con queste idee, anzi vi contraddicono manifestamente gli enunciati fenomeni; convien dunque ricorrere ad altri principj, e abbandonata tal supposizione di carica o sbilancio qualsiasi di fluido elettrico ne’ nervi e muscoli della nostra rana preparata, considerar i conduttori, di cui si tratta, sotto un’altro aspetto, risguardarli cioè al di più come eccitatori e motori, vale a dire dotati della maravigliosa virtù di concitare il fluido elettrico, impellerlo, smoverlo, tosto che vengano al contatto e si combacino alcuni tra loro di diversa specie; come appunto nelle sperienze testè descritte.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Secondo - parte prima
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 193