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      Aveva il padre generale bisogno di reclute di gesuiti tedeschi; perchè i sovrani del Paraguai ricevon men che possono gesuiti spagnuoli; hanno più gusto a’ forestieri di cui si credono più assoluti padroni. Fui prescelto a proposito dal padre generale di venire a lavorare in questa vigna, onde partimmo un polacco, un tirolese, ed io. Fui al mio arrivo onorato del suddiaconato e dell’impiego di tenente. Io sono al presente colonnello, e sacerdote. Le truppe del re di Spagna saranno ricevute con vigore, ve ne assicuro io, e saranno scomunicate e battute. La provvidenza vi ha qui mandato per secondarci; ma è egli vero che la mia cara Cunegonda sia qui vicino dal governatore di Buenos Aires?”
      Candido l’assicurò con giuramento che era verissimo, e le lor lacrime ricominciarono.
      Il barone non sapea saziarsi d’abbracciar Candido chiamandolo suo fratello e salvatore. — Ah forse, diss’egli, potremo entrar assieme trionfanti nella città e ripigliar Cunegonda. — Questo è tutto quel che più bramo, diceva Candido, perchè contavo di sposarla, e lo spero. — Come, insolente, riprese allora il barone, avreste voi la sfacciataggine di sposar mia sorella che vanta settantadue quarti di nobiltà? Mi parete bene sfrontato ad aver l’ardire di parlarmi di un disegno sì temerario.
      Candido restò di sasso a questa escita, e: Tutt’i quarti del mondo, replicò, non ci han che far nulla, padre mio reverendo. Io ho levato vostra sorella di mano a un ebreo, e ad un inquisitore; ella mi deve dell’obbligazioni e vuole sposarmi.


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Candido o L'ottimismo satirico
di Voltaire (François Marie Arouet
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 151

   





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