Pagina (84/151)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Non v’era che la vista di Cunegonda, che potesse stupirlo d’avvantaggio; ei fu sul punto d’impazzire dall’allegrezza: abbraccia il caro amico.
      — Cunegonda è qui senza dubbio; dove è ella? menatemi da lei, ond’io con lei muoja di gioja.
      — Cunegonda non è qui, rispose Cacambo; ella è a Costantinopoli. — Cielo! a Costantinopoli! ma foss’ella anche nella China, io vi volo, partiamo.
      — Partiremo dopo cena, ripigliò Cacambo, non posso dirvi di più: io sono schiavo, il mio padrone mi aspetta, bisogna ch’io vada a servirlo a tavola; non fate parola, e tenetevi pronto.
      Candido, fra l’allegrezza ed il dolore, felice d’aver riveduto il suo fedele agente, stupito di vederlo schiavo, pieno dell’idea di ritrovare la sua amata, col cuore agitato, coll’animo scomposto, si mette a tavola con Martino (il quale non si scompose a tutte quelle avventure) e co’ sei forestieri che eran venuti a passare il carnevale a Venezia.
      Cacambo, che dava da bere ad uno di que’ tre forestieri, s’avvicina all’orecchio del suo padrone sul fin della tavola, e gli dice: — Sire, vostra maestà partirà quando le piace; il bastimento e pronto.
      Dette queste parole esce. Stupiti i convitati si guardavano l’un l’altro, senza far parola; quando un altro domestico, avvicinandosi all’altro suo padrone, gli dice:
      — Sire, la sedia di Vostra Maestà è a Padova, e la barca è pronta.
      Il padrone fa un cenno e il domestico parte; i convitati tornano a guardarsi, e raddoppia lo stupore di tutti. Un terzo servo, avvicinandosi pure a un terzo forestiero gli dice: — Sire, vostra maestà faccia a mio modo, non si trattenga di più: io vado a preparare il tutto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Candido o L'ottimismo satirico
di Voltaire (François Marie Arouet
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 151

   





Cunegonda Cacambo Costantinopoli Costantinopoli China Cacambo Martino Venezia Vostra Maestà Padova