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      Sua maestà non si ristrinse a questo solo. Il venerabil monaco non cessava di sollecitarla in favore del suo protetto, ed ella risolse alfine di metterlo nel numero de’ suoi più intimi favoriti.
      — Dio sia lodato e il nostro santo Profeta, disse l’imano facendosi innanzi a Candido: vengo a parteciparvi una nuova ben grata: oh quanto siete felice, mio caro Candido! oh quanti gelosi siete per fare! Voi sguazzerete nell’opulenza: voi potrete aspirare ai più bei posti dell’impero. Almeno non vi scordate di me, caro amico: pensate che sono stato io che vi ho procurato il favore di cui siete per godere: che il giubilo regni sull’orizzonte del vostro volto. Il re vi accorda una grazia ben mendicata; e voi siete per dare uno spettacolo, di cui la corte non ha goduto da due anni. — E quali sono i favori di cui il principe m’onora? dimanda Candido. — Questo giorno medesimo, rispose il monaco tutto contento, riceverete cinquanta nerbate sotto le piante de’ piedi in presenza di sua maestà. Gli eunuchi nominati per profumarvi già vengono; preparatevi a sopportare gagliardamente questa piccola prova, e a rendervi degno del re dei re. — Che il re dei re si tenga le sue bontà, gridò Candido in collera, se bisogna ricevere cinquanta nerbate per meritarle. — Questo è l’uso, riprese freddamente il dottore, con quelli su cui vuole versare i suoi benefizi. Perché vi amo troppo non voglio far caso al piccolo disgusto che dimostrate; voglio rendervi fortunato, vostro malgrado.
      Non avea terminato ancor di parlare, che arrivarono gli eunuchi preceduti dall’esecutore dei minuti piaceri di sua maestà, che era uno dei più grandi e dei più robusti signori della corte.


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Candido o L'ottimismo satirico
di Voltaire (François Marie Arouet
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 151

   





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