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      .. — Baciarvi i piedi, signor abate! Che diamine dite voi? Io non raccapezzo nulla di questa celia.
      Entrarono allora alcuni muti che aveano seguito il Perigordino, e lo scalzarono. Fu fatto intendere a Candido che bisognava accomodarsi a quella umiliazione, o aspettarsi d’essere impalato. Candido, in virtù del suo libero arbitrio, baciò i piedi all’abate. Fu rivestito d’uno straccio di tela, e il boja lo scacciò dalla città gridando: — Egli è traditore: ha sparlato delle basette del sofì: ha sparlato delle basette imperiali.
      Che facea l’oficcioso cenobita mentre si trattava così il suo protetto? Non lo so. È ben da credere ch’ei si fosse stancato di protegger Candido. Chi può contare sul favore dei re, e sopratutto dei frati?
      Intanto il nostro eroe camminava pieno di tristezza. — Io, diceva egli, non ho parlato giammai delle basette del re di Persia. Io cado in un momento dal colmo della felicità, in un abisso di disgrazie, perchè un miserabile che ha violato tutte le leggi, m’accusa d’un preteso delitto, che io non ho mai commesso, e questo birbante, questo mostro persecutore della virtù... è felice.
      Candido dopo qualche giorno di cammino si trovò sulle frontiere della Turchia. Ei diresse i suoi passi verso la Propontide, col disegno di stabilirvisi, e di passare il resto de’ suoi giorni a coltivare il suo giardino. Vide, passando di un piccolo villaggio, una quantità di gente affollata tumultuariamente. Egli s’informo della causa e dell’effetto. — Questo è un accidente ben particolare, gli disse il vecchio.


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Candido o L'ottimismo satirico
di Voltaire (François Marie Arouet
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 151

   





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