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      Dopo d’aver ballato, ed abbracciato la bella contadinotta, si ritirò al suo posto, senza invitare a ballare la padrona di casa. Nacque a un tratto un mormorio, e tutti gli attori e spettatori pareano oltraggiati d’un disprezzo così visibile. Candido non conoscea il suo errore, e non era per conseguenza in istato di rimediarlo. Un contadinaccio gli si accostò e gli diè un pugno sul naso. Cacambo rese a quel contadinaccio una pedata nel ventre, e in un istante si fracassano gli strumenti, donne e ragazze si arruffano i ciuffi; Candido e Cacambo si battono come due eroi, e sono finalmente obbligati a prender la fuga tutti lividi di colpi.
      — Tutto per me è veleno, dicea Candido, dando braccio al suo amico Cacambo: io ho sofferto molte disgrazie, ma non mi aspettavo mai di essere tartassato di busse, per aver ballato con una contadina che mi aveva invitato a ballare.
     
     
      CAPITOLO: XVI.
     
      Candido e Cacambo si ritirano in un ospedale. Incontro ch’essi fanno.
     
      Cacambo e il suo antico padrone non ne potean più, e cominciavano a dare in quella specie di malattia dell’anima che n’estingue tutte le facoltà, cadeano nell’inquietudine e nella disperazione, quando videro un ospedale eretto pei viaggiatori. Cacambo propose d’entrarvi, e Candido lo seguì. S’ebbe per loro tutta la cura che si ha in tali abitazioni, e furono trattati per l’amor di Dio, come si suol dire. In poco tempo furono guariti dalle loro ferite, ma vi guadagnarono la rogna. Non v’era apparenza che quella malattia fosse affare d’un giorno, e questo pensiero empieva di lacrime gli occhi di Candido, che dicea grattandosi: — Tu non hai voluto lasciarmi tagliare la gola, mio caro Cacambo; i tuoi cattivi consigli mi immergono di nuovo nell’obbrobrio e nella sciagura; e se io voglio ora tagliarmi la gola, si dirà nel giornale di Trevoux: questo è un vile che si è ammazzato perchè aveva la rogna: ecco a quel che tu mi esponi per un malinteso interesse che hai voluto prendere alla mia sorte


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Candido o L'ottimismo satirico
di Voltaire (François Marie Arouet
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 151

   





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