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      Il bisogno che ha lo spirito umano dell'arte non si fonda dunque sopra un esteriore capriccio d'imitare, ma sulla necessità intrinseca di ridurre con coscienza il mondo interno ed esterno ad una perfetta unità. L'arte esprime questa intima fusione: e la libertà e la sensibilità che si combattono vicendevolmente acquistano un'armonica contemperanza nella produzione artistica. L'idea si trova necessariamente associata ad una forma sensibile; come dall'altra parte il sensibile non esiste che per l'idea. Così i due termini che costituiscono la contraddizione che prende persona nell'uomo, si trovano riconciliati; e l'idea esiste come concretizzata, ed il sensibile esiste come idealizzato.
      Un'altra missione è stata data all'arte, quella cioè di arrecar diletto allo spirito travagliato dalle cure serie della vita. Ed anche questa missione che le si assegna è assai minore della vera ed altissima che l'arte ha. Coloro che credono gl'interessi della vita superiori alla sfera dell'arte, giudicano le contraddizioni del finito assai più stimabili della soluzione infinita di queste contraddizioni; e riducendo l'arte ad un semplice compiacimento subbiettivo, le tolgono il valore vero ed assoluto. Per comprendere poi da che origine nascano gl'interessi particolari della vita, bisogna ricordare che ogni opposizione finita di subbietto e di obbietto, di libertà che si sforza e di necessità che resiste, genera un conflitto nel quale consiste l'interesse particolare dell'individuo. Ogni conflitto richiede una soluzione, e se questa soluzione è soltanto momentanea e finita dà luogo ad un nuovo conflitto; talchè ne succede una serie di conflitti e di soluzioni in cui si trova avvolto lo spirito nella sfera del finito.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130