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      Le opposizioni finite e le soluzioni egualmente finite non cessano mai; i bisogni soddisfatti rivivono da capo, e la vita si passa in una lotta continua. È mestieri perciò ricercare al disopra della sfera del finito una soluzione infinita ed assoluta, ove tutti i conflitti e tutte le antitesi si acquetano e si riconciliano. La prima di queste soluzioni assolute è l'arte, nella quale lo spirito si trova nel sensibile immediato non più come in un suo opposto ma bensì come in una forma sua propria. Egli non ha più ragione di sdegnarsi contro dell'ostacolo esterno, ma gode serenamente della sua libertà. Questo contentamento e questa pace serena che genera l'arte, non è dunque un diletto passeggero ed un passatempo inventato per rinfrancarsi delle cure della vita, ma invece è un contentamento che è assai più serio e vale di più di ogni interesse e di ogni cura della vita.
      Finalmente altri credendo di sublimare anche di più la missione dell'arte hanno creduto di doverne fare la moderatrice delle passioni e la maestra dei costumi, senza badare che l'arte in tal modo diveniva uno strumento secondario della morale e non aveva più un valore assoluto e per sè. Ma oltre a ciò non si sono accorti che le passioni non si trovano nello stesso modo nel campo della morale come si trovano in quello dell'arte. Nella morale l'universale o l'idea si trova nella legge; il particolare o l'individuo si trova nella passione. Il conflitto è vivo e reale, e la loro armonia costituisce la virtù. Tutti questi elementi però si urtano e si combattono nello spirito come soggetto finito.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130