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      L'intuizione di un animale vivente mostra bensì la varietà e la differenza delle membra di cui si compone, mentre l'unità ideale, dove ogni varietà si appunta, rimane occulta. Ora per darsi il bello bisogna che questa varietà sia ridotta ad unità, e di più ancora che questa unità ideale apparisca sensibilmente. Il modo di fare apparire l'unità come sensibile è l'espressione del sentimento, nel quale si rivela l'anima. Fra i tipi animali dunque quelli si debbono riputare più belli, dove la vitalità si manifesta più spiccatamente nel sentimento o nelle movenze; mentre sono sempre meno belli gli altri tipi dove essa rimane inerte e priva di movimento.
      Talvolta ancora si verifica che lo spirito attribuisce alla natura una bellezza che è il riflesso del nostro individuale soggetto. Nelle manifestazioni più indeterminate della natura lo spirito può compiacersi di disegnare colla fantasia le sue determinate passioni. È la destata eco del cuore, dice Hegel, quella che abbellisce i paesaggi, le notti, le valli, il corso dei ruscelli e via via; ed è generalmente tenuto per bello in natura tutto ciò che assomiglia alle qualità umane, ed è più consono alle nostre abitudini.
      Qui ha luogo davvero ciò che diceva Kant, che lo spirito abbellisce la natura, trasferendo nel seno di lei l'armoniosa corrispondenza delle sue facoltà.
      Ma dove riluce meravigliosamente la fusione intima dell'ideale e del reale, e perciò ove si manifesta perfettamente la bellezza è nello spirito. Lo spirito è il vero, è il solo ideale della bellezza, a cui la natura dà in prestito le proprie forme che nel contatto coll'ideale rimangono trasformate.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130

   





Hegel Kant