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      La sorgente del bello si trova dunque per Kant nel giudizio estetico, ed il bello è puramente subbiettivo. Dall'armonia della facoltà intuitiva colla conoscitiva si genera il bello. E poichè in tutti gli uomini si rinvengono le medesime facoltà ed in tutti è possibile il medesimo accordo, per ciò tutti sono capaci di conoscere e di sentire la bellezza. - Il fondamento è in tutti lo stesso, ma la necessità e l'universalità del giudizio estetico non si desume dalla nozione, come nel giudizio logico, ma dalla medesima natura e qualità delle facoltà umane. Benchè il gusto possa variare secondo il grado di coltura pel modo più o meno squisito di sentire, nulladimeno nei giudizî che si portano sulla bellezza, noi esigiamo che tutti sentissero alla maniera nostra e che tutti convenissero nel nostro giudizio. - Kant inoltre aveva notato che tutte le nostre conoscenze si raccolgono dalla ragione in tre idee supreme ed assolute: in quella dell'anima, in quella del mondo, in quella di Dio. Queste idee non hanno nessun'intuizione corrispondente, onde se l'intelletto può divenire intuitivo mediante l'immaginazione, la ragione a rincontro non può divenire mai tale; essendo che ogni idea della ragione è una totalità, ed ogni intuizione per contrario non può rappresentare che un particolare. Se adunque tra l'intelletto e l'immaginazione può correre un'armonia la quale è il fondamento della bellezza; tra la ragione e l'immaginazione questa corrispondenza e questo accordo è impossibile. Dalla sproporzione che passa tra l'immaginazione e la ragione scaturisce il sublime.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130

   





Kant Dio