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      Il cominciamento dell'arte è l'architettura, che è il primo tentativo che fa lo spirito di circoscrivere l'infinito ideale in una forma finita. Questa forma è indeterminata e perciò lungi dal racchiudere l'idea serve appena ad accennarla. L'origine dell'architettura non si deve dunque cercare nella soddisfazione di un bisogno particolare, come hanno creduto taluni; non è stata la necessità di cercarsi un ricovero ovvero il sentimento religioso che ha sospinto l'uomo a costruire il luogo per esercitare il culto verso Dio; non è stolta, in breve, nè la casa, nè il tempio la prima opera architettonica. Queste costruzioni si riferiscono a fini esterni che possono essere cercati in un'età posteriore, ma che non possono essere state la prima spontanea ed indipendente origine dell'arte.
      L'architettura ha cominciato per rappresentare sensibilmente un'idea, e quest'idea voluta rappresentare è stata la prima grande radunanza degli uomini, che si è cercato di tramandare ai posteri per mezzo di qualche grandioso monumento. Tale è stata la torre di Babele secondo il simbolo che le attribuisce la Scrittura: torre che non era nè una casa nè un tempio, ma semplice monumento che ricordasse l'unione delle genti prima che si dividessero per la terra. Qui l'architettura si mostra puramente simbolica ed indipendente, e qui bisogna collocare il suo primo cominciamento.
      Colla casa e col tempio l'architettura assume un nuovo carattere, quello cioè di riferirsi ad un fine esterno. La casa richiama alla memoria l'uomo che deve abitarla, ed il tempio aspetta il Dio che deve esservi adorato.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130

   





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