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      La pittura è dunque la prima delle arti romantiche, il primo abbandono delle forme esteriori. Il suo ideale presenta però uno sviluppo che comincia dalle figure simboliche e religiose, e poi si va di mano in mano allargando nel contenuto storico e nazionale e finalmente si conchiude nel ritratto colla rappresentazione del puro soggetto individuale. Anche la qualità dei mezzi di cui si serve si va sempre più perfezionando, e gl'intendenti dell'arte sanno accuratamente rilevare la differenza del colorito appartenente alle diverse scuole, e nella cui perizia tengono il primato i Veneziani e gli Olandesi. Ma queste considerazioni speciali appartengono alla scuola tecnica della pittura ed escono fuori del proposito di queste nostre generali osservazioni. La forma materiale ed esterna per quanto si fosse assottigliata nel passare dall'architettura alla scultura e da questa alla pittura, nulladimeno è rimasta sempre qualche cosa di obbietivo e di permanente. Ora il soggetto con tutta la sua ricca suppellettile di contrasti esprime il contrario della permanenza, cioè un continuo cangiarsi, o una perenne negazione di se stesso. La forma dunque si trova inadeguata al suo contenuto, da una parte essendovi fissa permanenza, dall'altra mutazione continua. L'ideale artistico va cercando nel suo sviluppo progressivo una forma che manifesti sensibilmente la sua intima natura. Tra le forme sensibili una sola ve ne ha che col suo comparire e disparire continuo possa ritrarre il perenne annullarsi e riaffacciarsi del subbietto spirituale.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130

   





Veneziani Olandesi