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      Il tempio, la statua, il quadro rimangono come oggetti sempre fissi ed opposti al nostro soggetto: del suono al contrario non rimane nulla di esterno, e alla sua indeterminata oscillazione noi leghiamo i nostri sentimenti, i nostri affetti, tutti noi stessi.
      In ultimo l'idea si svincola anche dal suono e ritorna libera ed indipendente ad incarnarsi nell'immagine puramente interiore della fantasia. Il suono rimane come segno arbitrario nella parola, la quale si volge direttamente allo spirito ed ivi risveglia la corrispondente idea come un segno fa della cosa significata. Così il suono che era forma essenziale nella musica diviene segno accidentale nella poesia. Da ciò consegue che la poesia è un'arte universalissima, perchè la sua forma puramente interiore comprende ed abbraccia tutte le forme delle altre arti rimanenti. La forma architettonica, la scultoria, la pittorica, la musicale sono più o meno immerse nella esteriorità, più o meno legate colla materia sensibile; la sola forma poetica sorvola su tutte queste particolari circoscrizioni, quindi la poesia si può meritamente chiamare la perfetta ed adeguata realizzazione dell'ideale artistico. Essa contiene in sè tutte tre le forme generali dell'arte, la simbolica, la classica e la romantica, e non solo le contiene ma le esprime con eguale perfezione. Noi abbiamo veduto che ciascheduna arte particolare contiene anche essa in sè tutte tre le forme generali, come tre momenti del suo sviluppo; ma abbiamo altresì notato che un solo di questi momenti è più esattamente proporzionato all'ideale contenuto di ciascun'arte; mentre gli altri momenti sono incompleti e sproporzionati al loro ideale.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130