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      Da qui nasce che i naturalisti credano sostanziale l'oggetto della natura ed accidentale la veste scientifica che lo spirito gli appone. In realtà la cosa va tutto al contrario. L'oggetto naturale in sè stesso, separato dall'universale sistema, non ha significato, è un semplice trastullo; ed il suo valore deriva dal trovarsi connesso con tutto l'insieme dell'universo. Ora questa connessione dello insieme è appunto ciò che viene espresso dalla forma scientifica; onde la forma scientifica esprime il vero fondo sostanzioso dell'obbietto, mentre la sua naturale esistenza non è che il lato accidentale.
      Che se il processo scientifico apparisce esteriore all'obbietto, ciò nasce perchè nella natura il pensiero si trova ancora in una forma che non è ancora la sua propria forma. La natura esiste in una indipendenza dallo spirito perchè ancora questi non si è riconosciuto come autore della natura. La scienza che egli ha della natura non è dunque ancora l'assoluta scienza, perchè il sapere, come direbbe il Vico, non si converte ancora col fare.
      Nella filosofia dello spirito si verifica precisamente questa conversione: lo spirito è ciò che egli medesimo si fa: i gradi del suo sviluppo sono le sue medesime funzioni: il soggetto che conosce e l'obbietto conosciuto sono tutt'uno.
      L'illustre Conte Mamiani tra le altre cause delle difficoltà che hanno le scienze filosofiche, e che egli annovera, fa rilevare principalmente questa, che il pensiero essendo insieme strumento della scienza ed oggetto di essa, si dà luogo ad uno scambio assai facile tra l'uno e l'altro.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130

   





Vico Conte Mamiani