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      Ma in ciò consiste l'eccellenza delle scienze filosofiche, che esse non si trovano costrette a presupporre i loro obbietti e ad accettarli dal di fuora; ed al contrario lo spirito nel ripiegarsi sopra se stesso trova l'obbietto più proprio alle sue conoscenze. Il pensiero è qui consapevole del suo lavoro, perchè in questo riflettersi sopra di sè consiste la scienza; è conscio di se medesimo, e perciò la scienza è assoluta. Il pensiero fa tutto e sa tutto; è istrumento subiettivo ed è insieme realtà obbiettiva.
      Ma affinchè il pensiero fosse capace di ripiegarsi sopra di sè distinguendosi dal soggetto e dall'oggetto, e concentrandosi in quella pura attività che genera l'uno e l'altro, è mestieri che egli possa fissarsi in questa fecondissima relazione e che perciò possa essere studiato in se stesso. Senza il modo di concepire l'atto del pensare in sè la scienza speculativa non sarebbe possibile. Questo modo di poter fissare il pensiero, sceverandolo da tutti gli accidenti e da tutte le determinazioni che appartengono o al soggetto pensante o all'obbietto pensato, è appunto il Verbo.
      Il verbo è una particolare determinazione della parola, anzi è la più essenziale, esprimendo la relazione profonda e intima che lega le altre parole. A formarsene un'idea chiara bisogna conoscere che cosa sia la parola in generale. Noi ne abbiamo detto qualche cosa nel Saggio di Psicologia, perciò per non ripetere le cose già dette ci atterremo soltanto ad accennare quanto serve al nostro proposito. La parola è la prima astrazione che si fa dalla particolarità dell'oggetto sensibile.


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Saggio sulla filosofia dello spirito
di Marianna Florenzi Waddington
Editore Le Monnier Firenze
1867 pagine 130

   





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