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      In tutti i tempi questo problema ha conturbato lo spirito umano. I profeti e i sapienti dell'antichità dubitarono, la filosofia ne discusse come di un enigma insolubile, e la scienza moderna, invece di chiarire le difficoltà e di fortificare le nostre speranze, l'ignora del tutto e ci offre degli argomenti invece di una risposta affermativa.
      Nondimeno le ultime conclusioni cui si è giunti, in senso negativo o affermativo, non hanno soltanto un interesse capitale per ciascun di noi, ma debbono determinare, secondo me, la felicità o la miseria futura del genere umano.
      Se la risposta fosse definitivamente negativa; se tutti gli uomini si persuadessero che non esiste altra vita all'infuori della terrena; se i fanciulli fossero educati alla credenza che l'unica felicità di cui si possa godere si trova in terra, allora la condizione dell'uomo sarebbe affatto disperata, poichè non vi sarebbe più ragione di agire conforme alla giustizia, alla lealtà, al disinteresse, nè l'indigente, l'egoista o il malvagio avrebbero più motivo sufficiente per non cercare sistematicamente il proprio benessere a scapito dell' altrui.
      La felicità della specie, in un remoto avvenire, adombrato da alcuni filosofi, non farebbe colpo sulla maggioranza degli uomini, visto che la scienza insegna la fine immancabile del pianeta e dei suoi abitanti.
      Il maggior bene per il maggior numero, nobile ideale di tanti filosofi, non sarebbe mai ammesso come movente di azione da coloro che cercano il loro godimento personale.


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Esiste un'altra vita?
di Alfred Russel Wallace
Società editrice partenopea Napoli
1882 pagine 76