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      Ecco dunque un caso, in cui i fantasmi di un figlio e di un estraneo appaiono a due parenti e nel quale la presenza della persona sconosciuta fu evidentemente calcolata, poichè la sua identità accertata, liberava l'animo paterno da ogni timore sulla felicità futura del figlio. È difficile trovare un caso più impressionante di un vero fantasma di morto, non dico già necessariamente prodotto dal morto o dal santo gesuita, ma assai probabilmente dall'uno e dall'altro o da qualche altro spirito amico che aveva il potere di produrre quei fantasmi e di consolar così nell'ansietà loro il padre e la sorella. Non è concepibile che l'azione telepatica di qualsiasi persona vivente abbia potuto produrre quei fantasmi, visto che l'unico agente possibile sarebbe stato il direttore del collegio, il quale, dalla descrizione del signor Weld, non riconobbe il giovane in veste scura che era apparso insieme col fantasma dell'annegato.
      Di qui siamo condotti a discorrere di un carattere assai comune ai fantasmi di morti cioè della indicazione di una felicità, di un benessere che tende a cancellare qualunque sentimento di cordoglio o di tristezza. Così un giovane annega nel naufragio del Plata in dicembre 1874, e poco prima che la notizia arrivasse, suo fratello a Londra sognava di assistere ad una splendida festa, in un vasto giardino ornato di fontane, illuminato e popolato di dame e gentiluomini. Di botto, il fratello gli viene incontro, in abito di sera, florido e sorridente all'aspetto. «Come qui?


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Esiste un'altra vita?
di Alfred Russel Wallace
Società editrice partenopea Napoli
1882 pagine 76

   





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