Pagina (18/277)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      »
      «E pare a voi, - proruppe un vecchio, con la fisonomia beffarda, ma non cattiva, - che siano andati a stare in Paradiso quegli altri? Vi dico che laggiù stanno ancora peggio di voi quassù, e chi vuol capacitarsene ci vada.» E qui indicava un sito, di cui non ricordo il nome, al delegato di Pubblica Sicurezza ben conosciuto. Io gli dissi di voler andarvi, e per arrivarci abbiamo dovuto traversare gran parte della stupenda nuova strada detta Corso Vittorio Emanuele. Ivi le case fabbricate sono belle, e anche le camere a pianterreno abitabili.
      Ma rientrando nel vecchio quartiere si giunse ad un vicolo in figura di scalinata; in fondo del quale la bocca aperta di una fogna esalava i più mefitici odori. Bambini quasi nudi vi brulicavano intorno, e all'ingiro case diroccate, nel cui pianterreno quella mefite permaneva come in proprio regno.
      Presi alcuni dei bambini in braccio, essi serbavano appena sembianza umana; teste sproporzionate, occhi infossati, rachitici tutti, magri da inorridire.
      Dalla scalinata centrale si diramano a destra altri scalini, ed io seguivo sempre la guida. Scesi o piuttosto scivolai. Egli fermandosi ad una apertura fece «Ecco alcune delle spagare che in altri tempi abitarono le grotte.» M'introdussi in un sotterraneo col fango per pavimento, i muri fradici, e dal soffitto a vôlta grondava umidità. Ivi contai quindici esseri fra donne e bimbi che chiacchieravano intorno ad un mucchio di paglia, ove giaceva col tifo una ragazza appena diciottenne, la faccia scolorata, le labbra annerite e delirante.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





Paradiso Pubblica Sicurezza Corso Vittorio Emanuele