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      Eppure tutte in proprio cuore sanno che nessuna donna cade la prima volta, se non per amore, o a cagione della suprema miseria e della fame. Prendete il mesto registro di qualunque Ufficio di Sanità e vi troverete tre categorie di casi: 1° Seduzione ed abbandono; 2° Miseria; 3° Istigazione dei mariti e dei genitori.
      Dall'altra parte, queste sante signore, che non vorrebbero nemmeno che in loro presenza fossero nominate quelle infelici, come si conducono verso gli autori dei loro mali?
      La riputazione di libertini non basta per escluderli dalle loro sale.
      Se poi a tale riputazione aggiugnesi la nobiltà del casato, lo splendore del grado e la fortuna, costoro vi sono festeggiati; e le rispettabili madri scelgono di grand'animo fra essi i mariti delle loro figlie. Certamente una madre s'affligge di aver figli libertini; ma come adoperano esse per impedire che eglino tali divengano?
      Esse, in ogni altra questione morale, inculcano nel loro cuore le massime di non rubare e di non mentire, di non ubbriacarsi, di non giocare. Ma dov'è l'insegnamento di mantenere le passioni sensuali sotto l'imperio della ragione? Dove la madre, la quale chiarisca il proprio figlio che monachismo e libertinaggio peccano ugualmente contro le leggi di natura? Che quelle passioni senza l'amore sono peccato mortale, peccato che ha assai più attrazione per l'uomo che per la donna? Molto più urgente adunque la necessità di prevenirlo nell'età delle più fiere tentazioni. Ma la madre non se ne occupa punto per falso pudore.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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