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      «Che volete, - domanda il Villari, - che faccia dell'alfabeto colui, a cui manca l'aria e la luce, che vive nell'umido e nel fetore, che deve tenere la moglie, e le figlie nella pubblica strada tutto il giorno? Non otterrete mai nulla.
      »E se un giorno vi riuscisse d'insegnare a leggere ed a scrivere a quelle moltitudini, lasciandole nella condizione in cui si trovano, voi apparecchiereste una delle più tremende rivoluzioni sociali.
      »Non è possibile che comprendendo il loro stato restino tranquille.»
      Verissimo.
      Dall'altra parte, se per una malintesa filantropia si facessero un giorno, come in Inghilterra, grandi sforzi per migliorare le condizioni fisiche, stabilendo per legge che atti o inetti al lavoro abbian diritto ad essere mantenuti dallo Stato, aprendo Case di ricovero senza scuole, Case di lavoro senza insegnamento industriale, l'Italia ben presto avrebbe, come l'Inghilterra ebbe, un dì, una classe di grassi, oziosi e viziosi pitocchi, che si moltiplicano come i conigli e divorano la sostanza dei laboriosi e di chi sdegna stendere la mano per l'elemosina.
      Trovare il modo di costruire le due strade, parallele per un po' di tempo, e gradualmente convergenti al punto obbiettivo di un popolo consapevole dei diritti e dei doveri proprii, that is the question, sulla quale il Governo riparatore e i Municipii progressisti, e ogni individuo che vuol essere tenuto buon cittadino, debbono darsi la mano per rinvenire la risposta fruttuosa.
      E in quanto a Napoli, il primo passo è di trovare il modo di fare scomparire il fenomeno delle due caste.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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