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      A tal segno erano giunti gli scandali, gl'intrighi, gli abusi di questo Pio Luogo, che dopo le informazioni prese da una Commissione d'inchiesta fu nominato un Commissario regio, che operava con grande energia.
      In questo Ospizio, fondato per le orfane derelitte in sulla via pubblica, il Commissario rinvenne oblate vecchie, donne d'ogni età, e povere fanciulle sottomesse ai capricci o ai maltrattamenti delle oblate, le quali oltre i centesimi 50 che ricevevano dal luogo, lucravano sul lavoro delle fanciulle obbligate di cucire guanti dalla mattina alla sera, ed a cui nemmeno si permetteva di frequentare le due classi elementari aperte nel 1862. Il Commissario cominciò a separare le fanciulle dalle vecchie, ad aprire scuole di lettere, di disegno e di canto; nominò una Direttrice, e ristrinse le vecchie alunne al piano superiore, stabilendo un refettorio comune, un vestire decente, e un po' di disciplina fra le alunne.
      Le oblate misero la rivoluzione in casa; tali furono le scene, tale il linguaggio osceno, da mettere ribrezzo. Con lusinghe e minacce ottennero che le fanciulle invece di studiare voltassero le spalle alle maestre, e recitassero orazioni ad alta voce. - Nella classe di disegno, oblate e fanciulle intonarono la seguente pia preghiera: «Dio! fate che chi viene su queste panche si rompa le gambe.»
      Finalmente aspersero di acqua ragia il letto della Direttrice, che dovette chiudersi in camera.
      Qui s'esaurì la pazienza del Commissario, il quale cacciò dieci oblate e disperse le altre fra i conventi di Regina Paradisi e San Gennaro.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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