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      Io non conosco mestiere, se coscienziosamente esercitato, più faticoso di quello di una maestra degli Asili infantili e delle Scuole elementari: fatica di mente, di polmoni e di braccia.
      E se cominciano con poca lena morale e gracile salute, avremo scolari fiacchi e maestre malate.
      In un piccolo, ma molto succoso opuscolo del direttore Pietro Rossi sulle Scuole normali di Napoli, leggonsi le seguenti osservazioni degne di meditazione, perchè appropriabili a quasi tutte le ragazze della stessa età in Italia.
      Conosco una madre di numerosa prole, la quale mi disse francamente che i proprii figli avrebbeli tollerati liberi pensatori, ma che voleva le femmine allevate nei riti più rigorosi del Cattolicismo.
      Nell'ottobre del 1862, scrive il direttore Pietro Rossi, alcune fra le giovani, che frequentarono la Scuola magistrale, si presentarono all'esame per la seconda classe e ne riuscirono approvate dodici; mentre altre 30 su 38 presentatesi furono inscritte nella prima classe. Molte però non vennero mai, oppure pochi giorni dopo lasciarono la scuola. Chi volesse darsi ragione di tali fatti dovrebbe conoscere le condizioni di quegli anni; e vedrebbe quante difficoltà siansi rizzate contro questa scuola, le quali sono certo diminuite di molto, ma non del tutto cessate. Ne dirò alcune.
      Per l'educazione delle fanciulle di agiata condizione esistono i due grandi educatorii detti di San Marcellino e dei Miracoli, ed alcuni privati Istituti. Per le fanciulle appartenenti a famiglie di scarsa fortuna vi sono molte Pie Case o Conservatorii, come si chiamano.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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