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      Gli Stati Uniti in ciò come in tante altre cose vinsero la madre patria, e mai come in questa materia non fu provata la tendenza della natura umana a procedere per azione e per reazione. La filantropia degenerava in sentimentalismo, ed i sentimentali ragionavano così: «La colpa dell'individuo è il risultato della colpa della società, della disuguaglianza, dell'ingordigia dei capitalisti, delle guerre fatte a pro di un potente, dell'ignoranza inculcata dai preti e permessa dallo Stato. Dunque si compensi il delinquente per il male che la società l'ha condotto a fare.»
      Ed ecco subito Prigioni-modello, i migliori uomini per mente e per cuore scelti a dirigerle, lavoro leggiero e piacevole provveduto e compensato, punizioni severe proibite, maestri di scuola e pastori pagati per istruire e convertire al bene i rei. L'Inghilterra, la Scozia e l'Irlanda poi gareggiavano coi loro sistemi. Sembrava che l'unico problema del secolo fosse quello di raddolcire le pene di chi aveva infrante le leggi.
      Primo a protestare contro questo eccesso di reazione fu Tommaso Carlyle, che in un opuscolo intitolato: Le Prigioni-modello, dimostrava il lato esagerato del movimento, asseverando che invece di accarezzare i Reggimenti di linea del Diavolo (così egli umoristicamente chiamava i condannati) sarebbe meglio istruire, far lavorare, aiutare i ventidue milioni che finora s'erano rifiutati di arruolarsi nel detto esercito. Descrisse una prigione-modello di Londra. Bellissimo Stabilimento, oasi di purità per i soldati del diavolo, costrutto in un quartiere di misere abitazioni, ove i non ancora arruolati lottano virilmente contro la tentazione di arruolarsi, lottano nelle tetre officine, spezzando marmo, segando legna, conciando pelli; nelle luride cantine, al deschetto del ciabattino, nelle umide bottegucce, vendendo sardelle incrociate con pipe; lottando insomma di tutta forza per tenere il diavolo fuori della porta, e non cedere alle sue tentazioni.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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