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      «Ed è tassando questi, - esclama l'Autore, - che avete costruite quelle stupende caserme per i reggimenti del diavolo. Sì, tassando il misero venditore di sardelle, fate quelle sugose minestre per gli eletti di Satana
      Entra poi nello Stabilimento stesso, assaggia il pane, il cacio, la minestra, la carne, trova tutto eccellente. Entra nella camera di lavoro, ove in ariosi appartamenti di temperatura deliziosa e di perfetta ventilazione i prigionieri puliscono lino, canape e fanno altri lavori poco faticosi; poi, quando sono stanchi, fanno un'ora di passeggiata in cortili spaziosi ed ariosi; pace metodica, pulizia esemplare, benessere sostanziale regnano dappertutto. Entra nelle celle separate, ove ognuno ha un cortile privato per passeggiare, e così apostrofa un noto delinquente letterato «O felicissimo scellerato, eccovi qua sequestrato dal mondo e dalle sue cure, padrone del vostro tempo e delle vostre attitudini mentali: ahimè! se io fossi così sequestrato, così chiuso, con carta e inchiostro, nutrito, vestito, non dovendo pagar tasse o aver altre seccature, scriverci un libro che da me, vivendo come vivo in mezzo alle umane disgrazie, il mondo giammai non avrà.»
      Parla col Direttore dello Stabilimento, che gli dice non essergli permesso di punire i 1200 soldati del diavolo se non privandoli di una pietanza; doverli governare coll'amore, colla persuasione, colle preghiere; e inveisce contro il suo paese, ridotto ad una «Universale Società Protettrice di oziosi e di ribaldi.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





Autore Satana Stabilimento Direttore Stabilimento Società Protettrice