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      Qualunque punizione incorsa dai carcerati è iscritta sul registro loro di matricola caratteristico e di contabilità morale. Sicchè nel registro A non si trova punizione, perchè A non ha commesso infrazioni ai Regolamenti disciplinari delle carceri.
      Trascorso un certo tempo, il Direttore propone una remissione della restante pena o una commutazione o una riduzione. Più della metà delle sue proposte vengono respinte.
      B invece è stato frequentemente punito. È noto nelle carceri come indisciplinato, provocante coi compagni, renitente al lavoro.
      Ciò non fa caso. Per un numero, che supera di un terzo le proposte dei Direttori e di due terzi le grazie concesse, vengono dall'arbitrio di un Ministro remissioni, commutazioni, riduzioni di pene.
      A rimane sfiduciato e scoraggiato: B torna allegramente a riprendere la sua delittuosa carriera interrotta dal grato soggiorno della carcere!
      Ha fatto gran senso in Napoli un caso successo a Sant'Eframo in questo anno.
      Notisi, che dovendo vivere in mezzo a questi condannati, nessuno dei quali è mai incatenato, e per i quali la camicia di forza riesce un'incognita, è rigorosamente proibito ai guardiani di portare indosso un'arma qualunque. Notisi poi, che molti dei condannati, falegnami, calzolai, ec., hanno sempre in mano, per necessità di mestiere, istrumenti taglienti.
      Or bene, mentre a Sant'Eframo i condannati calzolai stavano pacificamente lavorando, uno di essi si alza e freddamente ferisce con ripetuti colpi uno dei guardiani, così improvvisamente, che i compagni sono appena arrivati a tempo a strapparglielo dalle mani prima che fosse vibrato il colpo mortale.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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