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      Ben sappiamo che agli affaristi tale idea dispiacerà; che il ricchissimo sarà costretto a lavorare alquanto, se il povero ha da lavorar meno e goder di più. Ma questo lavoro beneficherà il ricco quanto il povero e nella salute e nella moralità.
      Credo non ci sia popolo longanime come l'italiano. Io scrivo dalla Provincia mantovana, donde emigrano pel Brasile più di duemila famiglie. Esse vendono ogni lor masserizia, lasciano ogni persona diletta, vanno via a proprie spese, senza certezza di lavoro, senza nemmeno la certezza di trovare l'imbarco a Genova! Anzi molte famiglie respinte ritornano.
      I signori, che non hanno pensato di pagar loro un equo salario o di metterle almeno a parte dei proprii lauti guadagni applicando il sistema della mezzadria, attenendosi al principio della cointeressenza, si fanno cospicui sottoscrivendo qualche centinaio di lire per venire in soccorso degl'infelici. Eppure altre famiglie ed altre partono egualmente.
      Ho parlato con alcune di queste, e ne ho anzi indotto due ad indugiare per qualche settimana: ma anch'esse, un muratore con quattro figli, un fabbricatore di paste con un bambino di un anno e la moglie incinta, se ne andarono con molti altri.
      Hanno una sola risposta: «Peggio di così non potremo stare. Forse staremo meglio. In ogni caso i figli non possono rimproverarci di non avere tentato di migliorare la loro sorte.»
      La grande maggioranza di questi emigrati componesi di contadini. Io credo fermamente che questa tragica e silenziosa partenza sia l'ultima pacifica protesta dell'uomo, che per secoli ha bagnato il suolo de' suoi sudori a fine di provvedere all'ozio e al lusso altrui; l'ultima protesta di chi semina, perchè altri raccolga.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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