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      » Ma per la miseria dei contadini, per ignoranza e negligenza dei proprietaria la si lavora con un chiodo confitto nell'aratro tirato da muli, e più spesso con la sola zappa. La coltivazione è così imperfetta, che quel terreno rende quattro o cinque misure per una di semente, quantità di cereale incapace di rimunerare la fatica del contadino e satisfare l'ozio del proprietario.
      » Questa povera gente suda tutto l'anno, sia tempo buono o cattivo, e deve partire ogni mattina dalla propria casa, dove ha potuto dormire, Dio sa come!, fare spesso un lungo tragitto, zappare tutto il giorno, ritornarci; ed ancora non è terminata la via crucis, perchè bisogna provvedersi dell'acqua. Non vi sono pozzi di acqua potabile; vi è la fontana, cioè un'ironia di fontana. Giacchè fontana non si può chiamare se esausta nell'estate e se nell'inverno essa spiccia acqua torbida. Or il Municipio perchè non provvede l'acqua? - sarebbe non difficile condurre copiosa acqua mediante un tubo; ma il Municipio sta in mano dei Signori, e i Signori hanno altro da pensare che all'acqua per la povera gente; eglino possiedono le loro brave cisterne, che riempiono d'inverno. La povera gente paghi il macinato e il dazio consumo e triboli per aver l'acqua.
      » Orbene, l'inverno bisogna che questa si rassegni all'acqua torbida per bevere e cucinare; nell'estate poi c'è il cisternone del Comune. Il quale però si apre in date ore, onde possiamo figurarci la folla ed il tempo, acciocchè ciascuno ne attinga, e possiamo figurarci quanto devono esser gradite si fatte noie dopo aver lavorato tutto il giorno!


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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