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      Ma che! l'Ospedale non è che roba dei poveri. Perciò l'istesso sistema continua; rimangono le stesse Suore, lo stesso Direttore dirige.
      Se veniamo al Monte di pietà, mi dichiaro incapace di decifrare l'abbiccì del suo Regolamento e del suo ordinamento. Una sola cosa parmi lampante, ed è che sarebbe meglio assai per il povero che esso non esistesse. Mercè la cortesia del Direttore ho potuto esaminare il luogo, i pegni, i conti.
      Che pegni desolanti! filo, canape in tutti gli stadii; e quando si pensa che quei miseri hanno faticato tutto un anno per avere quel po' di materiale, e che per mangiare durante l'inverno dovettero privarsene, viene un groppo alla gola. C'è tela fatta, ci sono lenzuola, pentole, utensili di cucina; tutto ciò che rende tollerabile la vita.
      E in che modo questi oggetti sono impiegati? Si porta la roba: lo stimatore, legato da forte cauzione, dà poco e stima poco l'oggetto, perchè, avvenendo che colui che impegna non rinnovi la polizza a tempo, l'oggetto si vende all'asta, e se resta invenduto, egli ne è responsabile.
      Ora, il povero non sa leggere: si ricorda della stagione, nella quale ha impegnato, perchè o zappa, o spiga, o spannocchia, o fa le canne, o vendemmia; ma difficilmente fra dodici o venti polizze sa distinguere quale scada, supponiamo, il 20 giugno o il 3 settembre. Il tempo segnato trascorre, il suo rotolo di tela si vende, e probabilmente al tempo della vendita ei ne ha già pagato due volte il valore con gl'interessi pagati!
      Io conosco una famiglia di povera gente, che illustra la nessuna pietà e la spietata natura di cosa fatti Istituti Pii.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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