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      Qui una Colonia agraria; costì una Scuola industriale; là un Brefotrofio per raccogliere momentaneamente i neonati e darli a balia fuori (e questo Istituto avrà necessariamente ramificazioni dappertutto); in altro luogo un Banco di prestiti e di pegni che non prenderà interesse se non al di sopra di una certa somma; una Banca centrale per la Provincia con agenzie nei rispettivi Comuni; Banchi che piglino il posto dei Monti di pietà, rivolgendoli allo scopo santo originariamente prefisso a questi ultimi; altrove un Istituto per i ciechi, per i sordo-muti, per i vecchi e vecchie infermi, e via discorrendo. Portate le proposte davanti il Consiglio provinciale, ne seguiranno le deliberazioni. Così ogni Comune sarà interessato nel buon andamento di tutti gl'Istituti: perchè in ciascheduno sì troveranno cittadini suoi, da ciascheduno si spenderà il denaro di tutti per il bene di tutti; e starà a cuore a tutti che questo denaro non si sprechi dovendovi supplire, se sprecato, con tasse. I conti dapprima sottoposti al Sindaco e alla Giunta, l'immediato ente responsabile e autorevole, saranno poi trasmessi al Consiglio provinciale. Mai più allora avverrà che i conti si approvino come presentemente dal solo Prefetto, il quale raramente legge lo specchio generale, e non mai gli allegati; e di solito firma a occhi chiusi, avendo ben altre cose, alle quali attendere.
      Nè basta questo sindacato. Il Governo, esecutore delle leggi votate dal Parlamento, ha l'obbligo di verificarne la generale e rigorosa esecuzione.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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