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      DI SAN DONATO. A rischio anche di meritarmi il resto del carlino, come minacciava di dare l'onorevole nostro collega Bertani, io chiedo licenza alla Camera per dire poche parole. E principio col dichiarare che non intendo di scusare l'Amministrazione dell'Albergo dei Poveri di Napoli della condotta serbata sul ritardato riordinamento della Scuola dei Sordo-muti, che da più tempo avrebbe dovuto essere messa in condizioni di funzionare.
      Le poche parole che io, a modo incidentale, mi permetterò di dire, sono dirette a rilevare due inesattezze dette. Un esercito di 700 impiegati in una Amministrazione come l'Albergo dei Poveri di Napoli? Chi gliel'ha detto al nostro collega Bertani ha esagerato deliberatamente. Ed hanno anche deliberatamente esagerato, quando hanno dato all'Albergo dei Poveri (il che io mi augurerei) la rendita che l'onorevoli Bertani ha citato alla Camera. Egli è vero che l'Albergo dei Poveri avesse una forte rendita. Dico avesse, perchè, in grazia delle tasse che noi abbiamo poste su tutti i contribuenti, l'Albergo dei Poveri si è veduto molto menomate le sue risorse. E qualche cosa di più: alcuni privilegi che gli antichi Stabilimenti Pii si godevano in Napoli sino al 1860, li ha interamente perduti!
      Difatti l'immenso fabbricato dell'Albergo dei Poveri di Napoli e quelli delle sue pietose dipendenze non erano soggetti alla tassa fondiaria. Venuto il Regno d'Italia, non so se regolarmente, ma certo senza carità, ha messo tra le tante imposte gravissime anche quella sul fabbricato.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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