Pagina (18/452)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Nè l'una nè l'altra di queste definizioni risponde allo stato presente della scienza. La prima, la definizione metafisica, corrisponde a uno stato, il quale per la psicologia è durato più a lungo che per gli altri campi del sapere. Ma anche la psicologia lo ha finalmente superato, da quando essa si è sviluppata in una disciplina empirica, che lavora con metodi propri, e dacchè le "scienze dello spirito"() sono riconosciute costituire un grande campo scientifico in contrapposto alle scienze della natura, il quale vuole a sua base generale una psicologia autonoma, indipendente da ogni teoria metafisica.
      La seconda definizione, l'empirica, la quale vede nella psicologia una "scienza-dell'esperienza interna", è insufficiente, perchè può far nascere l'equivoco, che la psicologia abbia ad occuparsi d'oggetti, i quali siano generalmente diversi da quelli della così detta esperienza esterna. Ora è certo che si danno contenuti dell'esperienza, i quali cadono solo sotto la ricerca psicologica, sì che non hanno riscontro cogli oggetti e processi di quella esperienza, di cui tratta la scienza della natura: tali sono i nostri sentimenti, l'emozioni, le risoluzioni del volere. D'altra parte non v'è alcuno speciale fenomeno naturale, il quale sotto un diverso punto di veduta, non possa essere anche oggetto della ricerca psicologica. Una pietra, una pianta, un suono, un raggio di luce, sono, come fenomeni naturali, oggetti della mineralogia, della botanica, della fisica, ecc. Ma in quanto questi fenomeni naturali destano in noi rappresentazioni, sono insieme oggetti della psicologia, la quale cerca dare ragione così della formazione di queste rappresentazioni e del rapporto loro con altre rappresentazioni, come dei processi che non si riferiscono ad oggetti esterni, cioè dei sentimenti e dei movimenti del volere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452