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      Ma quando vien meno questa condizione, allora appaiono fenomeni, che dipendono non solo dalla qualità dei sentimenti, ma insieme e il più delle volte prevalentemente dall'intensità degli effetti di innervazione prodotti dal sommarsi dei sentimenti. Tali effetti possono poi consistere: 2) in rinforzata innervazione, la quale sorge, per una non troppo rapida successione di sentimenti, in seguito ad un aumento dell'eccitazione prodotto in questo caso dal sommarsi dei sentimenti; poichè nel cuore l'aumento d'eccitazione colpisce soprattutto i nervi d'arresto, essa si manifesta in pulsazioni fatte più lente e più forti, alle quali per lo più si accompagna un aumento d'innervazione nei muscoli mimici e pantomimici: emozioni steniche. Se il decorso dei sentimenti o è molto tumultuario, o dura un tempo insolitamente lungo in eguale direzione l'effetto dell'emozione è: 3) una paralizzazione più o meno diffusa dell'innervazione del cuore e del tono dei muscoli esterni, collegata in certi casi con speciali perturbazioni d'innervazione di singoli gruppi muscolari, principalmente del diaframma e dei muscoli del viso che con quello sono sinergici. Il primo sintomo della paralizzazione dei nervi regolatori del cuore è una grande accelerazione di pulsazioni con accelerazione corrispondente di respiro, mentre contemporaneamente i movimenti del polso e del respiro diventano più deboli e il tono dei muscoli esterni decresce sino a un rilassamento quasi paralitico: emozioni asteniche. Un'ultima differenza, che però non può dare luogo a una specie indipendente di effetti fisici delle emozioni, perchè si tratta solo di modificazioni dei fenomeni caratterizzanti le emozioni steniche e asteniche, si fonda finalmente: 4) sulla maggiore o minore rapidità colla quale avviene l'aumento o l'inibizione dell'innervazione: emozioni rapide e lente.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452