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      Queste oscillazioni si devono senz'altro distinguere da quelle dell'intensità dell'impressione, e di ciò ce ne convinciamo facilmente, se di proposito in una serie d'esperimenti, o facciamo oggettivamente più debole l'impressione, o ne interrompiamo l'azione. E possiamo allora insieme osservare che due proprietà caratteristiche essenzialmente differenziano quelle variazioni soggettive da quelle prodotte oggettivamente: in primo luogo abbiamo sempre la rappresentazione della persistenza dell'impressione, sin tanto che questa con semplice vicenda passa nel campo più oscuro della coscienza e poi di nuovo da questo entra nel punto visivo dell'attenzione; allo stesso modo che anche nell'esperimento con impressioni momentanee abbiamo una rappresentazione indeterminata e oscura delle parti dell'impressioni non appercepite. In secondo luogo quelle oscillazioni dell'attenzione, oltre che dall'aumento o diminuzione di chiarezza nelle impressioni, sono sempre accompagnate da caratteristici sentimenti e sensazioni, i quali mancano affatto nelle variazioni oggettive. I sentimenti consistono in quelli, dei quali diremo, dell'attesa e dell'attività, che regolarmente crescono colla tensione dell'attenzione, decrescono col rilassamento di essa; le sensazioni appartengono all'organo di senso, su cui ha agito l'impressione o almeno si irradiano da esso; consistono quindi in sensazioni di tensione della membrana del timpano, dell'accomodazione e della convergenza, ecc. È proprio questa doppia serie di proprietà, che separa i concetti della chiarezza e della distintezza dei contenuti psichici dall'intensità sensibile dei medesimi.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452