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      I metodi per dimostrare la legge di Weber o le altre relazioni di grandezza tra elementi e formazioni psichici sono chiamati di solito metodi psicofisici, con espressione impropria, perchè il fatto di servirsi di sussidi fisici è di tutti gli altri metodi della psicologia sperimentale. Sarebbe più opportuno chiamarli "metodi di psicometria". Applicando questi metodi, in generale per giungere alla scoperta dei punti suaccennati possiamo sperimentare in doppia maniera. O si determinano quei punti direttamente in questo modo: date due grandezze psichiche A e B, l'una A rimane costante, l'altra B è fatta decrescere, finchè corrisponda a uno di quei punti cioè A, sia o eguale o maggiore o minore di quantità appena appercettibili: metodi di approssimazione (Einstellungsmethoden). A questi appartiene il metodo più spesso usato e che più direttamente conduce allo scopo il "metodo delle variazioni minime", e come una modificazione di questo nel caso dell'approssimazione di eguaglianza il "metodo degli errori medi". Oppure in esperimenti più volte ripetuti si paragonano due stimoli tra loro poco differenti A e B, e dal numero dei casi nei quali è giudicato A = B, o A < B o A > B si calcolano i punti designati, cioè le soglie di differenza, metodi di calcolo (Abzählungsmethoden). Tra questi il metodo principalmente usato è detto: "metodo dei casi giusti e falsi", ma più giustamente sarebbe detto "metodo dei tre casi" (eguaglianza, differenza positiva e negativa). Ciò che più da vicino riguarda questi ed altri metodi, spetta a una speciale esposizione della psicologia sperimentale.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452

   





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