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      6. Collo sviluppo delle associazioni e delle appercezioni cammina di pari passo lo svolgimento dell'autocoscienza. Nel giudicare questo svolgimento è bene guardarsi dal considerare come segni caratteristici dell'autocoscienza alcuni sintomi isolati, quali la distinzione delle parti del proprio corpo dagli oggetti dell'ambiente, l'uso della parola "io", il giusto riconoscimento della propria imagine nello specchio, e simili. Anche il selvaggio adulto considera l'imagine nello specchio, se non l'ha mai veduta, come la persona di un altro. L'uso del pronome personale si fonda su un'appropriazione esteriore, nella quale il bambino segue l'esempio delle persone che lo circondano. In diversi bambini aventi uno sviluppo psichico d'altra parte eguale, questa appropriazione sorge in tempi molto diversi; in ogni caso essa è il sintomo di un'autocoscienza già esistente, la cui prima origine può precedere questa distinzione linguistica ora di breve, ora di lungo tempo. E solo un sintomo di tale valore è infine anche la distinzione del proprio corpo e delle sue parti dagli altri oggetti. Il riconoscere il proprio corpo è bensì un processo, che generalmente precede l'esatto giudizio dell'imagine nello specchio, però non è affatto più di questo, un criterio dell'inizio dell'autocoscienza, ma presuppone piuttosto l'esistenza di un certo grado di essa. Come una pluralità di condizioni sta a base dell'autocoscienza evoluta (pag. 180), così anche l'autocoscienza del bambino è sin dall'inizio un prodotto di più componenti, che per una metà appartengono alle rappresentazioni, e per l'altra al sentimento e al volere.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452