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      ), ma non è, come originariamente nel bambino, il prodotto di una fantasia affatto sbrigliata, ma di una fantasia regolata dall'intelligenza. Il giuoco del bambino nei diversi tempi del suo sviluppo presenta, se si svolge conformemente alla sua natura, tutti i passaggi da quel giuoco di pura fantasia a quella combinazione di giuoco di fantasia e di giuoco d'intelletto. Nei primi mesi d'età esso si manifesta in movimenti ritmici delle membra del corpo, delle braccia, delle gambe, che poi possono essere rivolti anche ad oggetti esterni, con preferenza a quelli che danno suoni o sono vivacemente colorati. Questi movimenti nella loro origine sono evidentemente estrinsecazioni impulsive, che sono prodotte da determinati stimoli sensibili e nelle quali la coordinazione ad un fine si fonda su disposizioni ereditarie del sistema nervoso centrale. L'ordine ritmico dei movimenti, come pure delle impressioni sentimentali e sonore prodotte dai movimenti determina in modo visibile sentimenti di piacere, i quali permettono tosto la ripetizione volontaria di tali movimenti. Di poi il giuoco nei primi anni d'età passa a poco a poco nella imitazione volontaria di occupazioni e scene dell'ambiente. Questo giuoco d'imitazione alla fine ancor più si allarga, perchè non si limita più a riprodurre le cose vedute, ma diviene un libero rifacimento delle cose udite nei racconti. Contemporaneamente la connessione delle rappresentazioni e delle azioni comincia ad adattarsi a un piano fisso: con ciò entra in campo l'attività regolatrice dell'intelligenza, la quale pei giuochi di una età infantile più avanzata trova la sua espressione nella determinazione di certe regole di giuoco.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452