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      .. sono pagati per fare le spie. E ciò secondo il sistema del cardinale Francesco Barberini; il quale aveva le sue buone ragioni per prendersi cura di collocare in tutte le primarie famiglie di Roma servi, cuochi e cameriere. La sua casa era divenuta un'agenzia des tous les laquais et valets de Rome...
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      Ho divisa questa raccoltina in voci vecchie e nuove, perchè, ripeto, non ho voluto dare soltanto un saggio dei venditori cantaiuoli della Roma di adesso, ma anche di quelli dei miei anni giovanili, come anche delle loro voci dei primordi del secolo XIX, forse chi lo sa da quanti altri secoli tramandate di padre in figlio, di generazione in generazione; ricordi - come scrive a proposito il citato conte Moroni - di epoche lontane, di gemiti sommessi ma secolari della umanità che soffre e che lavora.
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      Per l'intelligenza del lettore, mi è indispensabile il far precedere questa raccolta da alcuni dati storici e da parecchie dotte considerazioni che sono andato spigolando, col gentile consenso dell'autore, dall'accennato studio del chiaro conte Alessandro Moroni intitolato: "Vie, voci e viandanti della vecchia Roma". E ciò anche per non rifare inutilmente un lavoro del quale non c'è più bisogno.
      In Roma - egli scrive - fin dai tempi della così detta Rinascenza, i merciai ambulanti erano più numerosi di quello che si veggono al presente: giacchè i venditori girovaghi non si riducevano, siccome avviene ora, al piccolo commercio dei commestibili, e di pochi ninnoli di scarto; ma portavano bensì in giro per le contrade e per le case drappi di valore, utensili, oggetti d'arte, novità e derrate di ogni regione e ragione.


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Usi costumi e pregiudizi del popolo di Roma
di Luigi Zanazzo
Società Tipografico Editrice Nazionale Torino
1908 pagine 297

   





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