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      I due confratelli incaricati di ricevere all'ingresso dell'Oratorio le elemosine dei visitatori della rappresentazione che vi si faceva nell'Ottavario de' morti, agitando il bossolo, dicevano con voce profonda e cadenzata:
      - Poveretti che moreno per le campagne e seppelliti per l'amor di Dio in questo santo loco.
      41. - IL VENDITORE DI CAPRETTI E DI ABACCHI.
      Il venditore di abacchi, nella stagione autunnale, e di capretti, in primavera, percorreva la cittą con la sua cavalcatura munita di due grandi ceste, nelle quali eranvi o agnelli o capretti di latte, vivi, che offeriva per quaranta, cinquanta o al massimo sessanta bajocchi l'uno.
      42. - IL CAPRAIO.
      Nella stagione primaverile, ancora fino a pochi anni fa, il capraio, con il suo gregge, si partiva, nella notte, da parecchie miglia lontano, per trovarsi alle porte di Roma allo spuntar dell'alba.
      Quivi giunto, prendeva stanza in un crocevia o in una piazzetta, ove il posto eragli stato precedentemente assegnato dalle autoritą municipali.
      Al suo acutissimo fischio, con cui si segnalava, le donne di casa scendevano in istrada, quali con una cuccoma, quali con bicchieri a comperare il latte per la loro colezione.
      Compiuta la vendita (non pił tardi delle ore 9 ant.), il capraio, raccolte le sue capre, doveva subito ritornarsene al lontano abituro da cui nella notte erasi partito.
      43. - IL CARNACCIARO.
      Vendeva nelle prime ore della mattina, e vende tuttora, carne di carogna per i gatti. Egli non ha bisogno di gridare.
      Ad un suo sibilo (che in Roma chiamiamo comunemente sordino), i gatti, gią in vedetta o sulle porte delle botteghe o sugli usci delle case, gli si fanno attorno e si precipitano con voracitą sul bajocco di carne che il venditore getta loro in pasto.


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Usi costumi e pregiudizi del popolo di Roma
di Luigi Zanazzo
Societą Tipografico Editrice Nazionale Torino
1908 pagine 297

   





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