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      - Moscia, moscia: oh fusaglia dolce: Mosconi, ragazzi!
      Sono i così detti mosciarellari o fusagliari che vendono castagne infornate (mosciarèlle) e poi bollite, lupini (fusaglie) e mosconi verdi... Scarafaggi questi più grossi delle cantaridi, i quali si trovano ordinariamente sui fiori di sambuco.
      I ragazzi li legano con un filo a uno zampino, e si divertono a farli volare. Perciò i fusagliari fino a quaranta o cinquant'anni fa, li andavano vendendo. Ma oggi questa piccola industria è affatto cessata e sono anche rari quelli che la ricordano
      .
      Attualmente il Fusajaro grida:
      - Mosciarellaro, fusagliaro!
      E più comunemente
      - Fusaja dorce!
     
      46. - LI VENDITORE DI NOCI.
      - Bianca la nocee!
      47. - IL BRUSCULINARO.
      Anche questo è un ultimo attore superstite delle feste popolari della vecchia Roma, grida vendendo semi di zucca secchi:
      - Bruscolini: chi vvô er brusculinaro?
      - Spassâteve er tempo: er brusculinaroo!
      48. - L'ACQUACETOSARO.
      Va in giro per la città, appena è l'alba, e guidando un somarello o un magro ronzino che si trascina dietro un carretto con alcune ceste piene di piccoli fiaschi, canta:
      - Friescaa, friescaaa, l'acquaa acetósa!
      49. - IL VENDITORE DI UTENSILI DI LEGNO.
      È abruzzese. Va curvo per il peso di una canestra nella quale porta una quantità di utensili da cucina, e grida:
      - Peparóle e cucchiaaà!
      - Schifiètte, schifiétte!
      50. - I VENDITORI DI LUNARI.
      Sono contadini marchigiani. Nel passato vendevano quei lunari chiamati li buciardèlli, e andavano gridando:
      - Lunari in foglio, e lunari a libbretto!


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Usi costumi e pregiudizi del popolo di Roma
di Luigi Zanazzo
Società Tipografico Editrice Nazionale Torino
1908 pagine 297

   





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