Guido Bindi
Gli Eroi de la Montagna

     SABATINI ANTONIO di Francesco, sergente nel 82a Fanteria, 5a Compagnia.
     Era nato il 17 gennaio 1894. Giovane pieno di bontà e d'intelligenza, aveva frequentato il liceo, e ne era prossimo a conseguire la licenza, quando fu chiamato alle armi. I suoi sentimenti si potevano riassumere in tre magiche parole: Famiglia, Patria, Dio! ...
     Amava la madre sopra ogni cosa: «il sentire in questi immensi boschi sperduti la voce lontana di una madre, che mi ama con tutte le forze della sua anima, che non si stanca mai di pregare per , il mio bene, è per me la più grande gioia» - scriveva dalle Alpi dell'alto bellunese.
     Nell'ottobre 1915 gli italiani si apprestavano ad assaltare il Col di Lana, il nostro Sabatini era con questi. Il 10 ottobre, alla vigilia dell'azione, scriveva una cartolina che egli credeva fosse l'ultima, e che dispose fosse recapitata dopo la sua morte:
     «Mamma, mamma, se ricevi questa cartolina, io sono morto. Vado volentieri alla morte; un solo pensiero mi conforta: quello di lasciare una grande eredità di affetti. Confido solo in Dio e spero che la Religione vi sostenga tutti».
     Il 27 ottobre 1915 fu ferito sul Col di Lana: «fui ferito mentre avanzavo alla testa del mio plotone alla conquista di una trincea. Ferito gridai: Vigliacchi, anche per me ce ri era? Fui trasportato al posto di medicazione dove la ferita fu giudicata leggiera. Coraggio ne ho sempre avuto e fede......
     Il Col di Lana fu espugnato l'8 novembre.
     Il nostro Antonio ebbe il conforto di averne l'annunzio nell'ospedale di Carate Brianza. Ma era destino che non vedesse la vittoria finale: una grave emorragia lo conduceva a morte il 27 novembre 1916. In un ritratto della sua famiglia, che egli teneva come sacro amuleto, egli scrive negli ultimi istanti:
     «Mamma, non abbandonarti ad un eccessivo dolore: te ne scongiuro per il bene che mi vuoi.
     Ti sia di conforto che io muoio per la Patria e che tante madri hanno già perduto i loro figli. l'ultimo affettuoso bacio alla mamma, alla cara sorella, al nipotino, al cognato».
     L'ultimo suo grido fu: Viva l'Italia!
     Il Sindaco di Capate Brianza dirigeva al nostro Sindaco la seguente lettera:
     «L'amministrazione di Carate Brianza ha disposto perché la salma del sergente Sabatini Antonio fosse tumulata in fossa distinta nello spazio speciale riservato ai militari che venissero a morire in questo ospedale militare. Si riserva poi di erigervi uno speciale ceppo monumentale. I funerali avvennero col concorso delle autorità cittadine e delle rappresentanze dei sodalizi con bandiere. Il Sindaco pronunciò nobili parole nella tomba».