Giuseppe Savini
Ricordi della vita di Bernardo Savini


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     Ed in tale timore lo confermarono, cosa che parrebbe incredibile, i medici stessi, ed i primari anche, che egli consultò. Uno di questi ebbe la crudele imprudenza di dire in modo che l'infermo lo udisse: — Povero giovine! fra due anni morirà tabido! — Altri furono meno crudeli, ma tutti lo incalzarono perché abbandonasse affatto gli studi, tornasse tosto in patria, e lì si desse ad una vita puramente vegetativa, cavalcasse, andasse a caccia, esercitasse in tutto il fisico, lasciando in assoluto riposo il morale.
     Chi ha amato gli studi sa qual dolore sia l'abbandonarli; i libri sono tali amici che si fanno amare più di qualunque altro: e tuttoché senz'anima, innamorano l'anima più di qualsiasi altro amore. E Bernardo che s' era proposto, che sperava tutta la sua vita empirla di studi, Bernardo che sentiva freddo il suo cuore per qualunque altro amore, anche quello più comune e più naturale della donna, egli sentirsi dire a ventun anno che lo studio non era più per lui, ognuno immagini quale strazio provasse il già tanto straziato animo suo. Forse fu pari a quello che io provai quando un altro medico mi comminò uguale sentenza; parvemi ch'egli mi pronunziasse la sentenza di morte, e che fin da quel punto io fossi morto, quando all'animo mio era negato il suo più ordinario, il suo più gradito, anzi il suo unico cibo che fino allora lo aveva fatto vivere!!


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     Con tali disposizioni di animo e con siffatti timori, Bernardo lasciò Napoli e tornò in patria. Qui l'amore dei suoi genitori, e specialmente del padre che lo prediligeva fra tutti, la vita di famiglia in cui egli sempre tanto si compiacque, il moto, la distrazione, la caccia ed il resto, giovarono se non altro a mitigare le sue sofferenze nervose. In patria trovò un medico più filosofo e meno avventato del professore napoletano, e che prima di pronunziare sentenze studiava l'individuo; costui corresse sapientemente l'irriflesso responso del collega partenopeo così: — Sì, voi morreste tabido fra due anni, se non foste quel che siete. — Tanta fiducia egli aveva nella casta, regolare e sobria vita del giovane malato!