Giuseppe Savini
Ricordi della vita di Bernardo Savini


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     Ma se a lui bastavano le cognizioni agronomiche, oltreché apprese praticamente nei suoi viaggi, studiate anche sui libri, e la lettura dei libri d'agronomia fu forse la sola sua lettura, gli mancavano però le cognizioni tecniche per la costruzione delle strade e delle case. E qui gli fu d'un aiuto impareggiabile Bernardo, il quale tosto si rivelò un ingegnere provetto. Si provvide tosto degli strumenti necessari e di qualche libro, ed in pochi mesi costrusse vari chilometri di strade, alzò una diecina di case coloniche, iniziò e compì in gran parte un casino per villeggiarvi, rinvenne ed allacciò acque in un terreno di acque assai avaro, e ne costrusse una fontana, che dichiarò l'unica possibile, secondochè lo scorrere di quasi cinquant'anni ha confermato, non ostanti le nuove scoperte odierne. E poi tornando in casa, ideò ed architettò una scalinata nella casa paterna, alla quale si erano provati indarno i migliori architetti del paese. Né si creda che fosse soltanto disegno materiale il suo, giacché esistono tuttora i disegni architettonici da lui eseguiti a perfetta regola d' arte e di scienza, con le piante, i prospetti, le sezioni, gli spaccati ec.
     In queste opere mirabilmente si affratellarono i due ingegni, quello attivo, iniziativo, esecutivo del padre, e quello artistico, diligente, ma senza energia ed iniziativa del figlio. Onde si strinsero di maggior affetto le loro due anime, ed il padre concepì grande stima di Bernardo, e fe' tanto caso del costui consiglio, che non imprese più nulla senza sentirlo; e siccome lo trovava sempre così saggio, equanime e prudente da sembrare più che di un giovine appena venticinquenne, di un uomo più che maturo di età, così diede a questo suo figlio il nomignolo di vecchio. Ed ogni qual volta era sul prendere una risoluzione qualsiasi, ripeteva sempre: Sentiamo prima il vecchio.