Federico Adamoli
Lo Scudo d'Abruzzo. Tra storia e sport
fasti e documenti di una competizione di motociclismo
(1935-1961)


Pagina 42 di 108       

%



1939. Lo Scudo torna a Teramo

     Con il succedersi delle edizioni gli organizzatori dello Scudo d'Abruzzo si orientano sempre di più verso la velocità pura: compiendo una scelta coraggiosa, nel 1939 vengono ammesse le sole moto da corsa, una decisione che inevitabilmente porta ad una riduzione del numero dei partecipanti. L'ambizione è quella di migliorare la qualità del lotto dei concorrenti, puntando ad ottenere la presenza di qualche grosso nome del motociclismo italiano.
     La seconda novità della quinta edizione è il ritorno della gara sulle strade teramane, con un circuito cittadino di 1,750 chilometri denominato “Circuito del Castello” che risulta ben più veloce di quello di Civitella del Tronto (il circuito si snoda su Viale XX Settembre – Piazza Garibaldi – Viale Mazzini – Discesa Cappuccini – Strada Ponte Porta Romana – Via Luigi Cadorna). (45) A corollario della gara sportiva, gli organizzatori dell'Associazione Motociclistica di Teramo di cui è presidente Dario Foschi, allestiscono nei locali della villa comunale la seconda edizione della Mostra Interprovinciale del Motociclo e del Motofurgone (dal 2 al 9 luglio) ed un motoraduno indetto per il 9 luglio, giorno di svolgimento della quinta edizione dello Scudo d'Abruzzo.

* * *

(45) Questo circuito, lo stesso sul quale si disputa la Coppa Pompetti, risulta variato rispetto a quello di 3 chilometri previsto per l'edizione del 1939 (Viale Bovio Via nuova -Via per Bosco Martese -Via XX Settembre -Via delle Quercie Viale Mazzini -Piazza Garibaldi -Viale Bovio). Infatti alla vigilia della gara gli organizzatori furono costretti a modificarlo “per sopravvenute necessità tecni che, del tutto imprevedibili”. Di conseguenza anche la lunghezza delle prove ri sultano sensibilmente mutate, passando da 105 a 70 chilometri (40 giri) per la classe 250, e da 135 a 105 chilometri (60 giri) per la classe 500.